Beatrice Masella, Mare d’argilla
La vergogna è fortissima nelle donne del Sud. Ripeto, ho scritto questo libro in onore di queste donne potenti e onnipotenti, soprattutto verso i figli. Donne potenti mi hanno raccontato ed io ho potuto scrivere. Ho sentito il bene e il male di questo mio rapporto con quelle donne.
Marcello Fois, L’importanza dei luoghi comuni
È un libro dedicato a me, al femminile carsico che è in me. Io non so come siano fatte le donne, fortunatamente siamo inconoscibili. Lo scrittore fa forzature, e prova ad essere donna, o altro.
Gianrico Carofiglio, Il bordo vertiginoso delle cose
Le storie servono per dare senso. Sono le storie il percorso. Ci si rende conto d’aver fatto il percorso solo alla fine della storia. Necessario? Non lo si sa quando si inizia.
Giuseppe Marotta, E i bambini osservano muti
È stato un film a suggerirmi l’idea. S’inserisce in un filone secondo cui nasci in una famiglia e così resti. Volevo dimostrare che può esserci un percorso diverso. E nel tentativo di dimostrare questo m’è venuto spontaneo pensare all’amore materno. L’unico amore che può scombinare un destino segnato. Così alla fine mi sono reso conto di avere scritto un romanzo d’amore, della madre verso il figlio e del figlio verso la madre.
Valerio Varesi, Il rivoluzionario
Italina è una grande donna. Opera il sincretismo tra ideologia e fede. Ed è una, come sanno fare spesso le donne, che sa guardare alla realtà con occhio più efficace di Oscar. Italina è una donna forte, rimprovera Oscar di non capire, di non saper parlare alle donne. E queste, represse, hanno solo il prete cui confidarsi, cui aggrapparsi, cui facilmente si può vendere l’anima perché la dannazione viene detta in tutti i modi. E’ una donna dal dire coraggioso, denuncia la burocratizzazione e arriva a definire don Marella più comunista dei comunisti.
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