L’amore cattivo, Francesca Mazzucato
Il bisogno d’amore e di approvazione ti fa cedere sempre. Lo capisco dalle parole che usi, sento la paura che hai di troncare o di perdermi. Non pensare di potermi sfuggire. Non ce la farai mai.
Totem, Fabia Ghenzovich
Né il lampo di terrore che dilata la pupilla li tocca né li scuote l’istinto di tanto in tanto allungando il collo verso la scena dello smembramento per curiosità o forse per compiacimento
Cade la terra, Carmen Pellegrino
Il senso di mistero e di magia, che avvolge tutta la storia, lo si annusa fin dalle prime pagine, a cominciare dal paese che “cammina” per la frana, all’olmo della piazza le cui radici sembrano espandersi
L’ultimo addio, Arthur Schnitzler
In quell’attesa quotidiana Albert non riesce a far nulla, frastornato dalle immagini che la sua mente produce senza sosta, così incalzanti da fargli desiderare di perdere coscienza.
Due, Irene Némirovsky
Sono gli anni venti. Parigi, primavera, la sera di Pasqua, la prima dopo la guerra. Cinque giovani – due ragazze e tre ragazzi – hanno lasciato un noioso ricevimento ed hanno viaggiato fino ad un alberghetto isolato in campagna.
Stirpe, Marcello Fois
La bellezza di questo romanzo è tutta nella bellezza dei personaggi. Non ve n’è uno brutto. Non si lasciano deturpare dall’insistenza delle tragedie, anzi. Per voce di Mercede sembrano tutti cantare, mentre tendono i filamenti delle vita, formule rituali.
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