
Saffo
A me pare uguale agli dèi
chi a te vicino così dolce suono ascolta
mentre tu parli e ridi rumorosamente.
Subito a me il cuore si agita nel petto
solo che appena ti veda,
e la voce si perde nella lingua inerte.
Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle,
e ho buio negli occhi
e il rombo e il sangue alle orecchie.
E tutta in sudore e tremante
come erba patita scoloro:
e morte non pare lontana
a me rapita di mente.
Saffo (fine VII sec a.c. – prima metà VI sec. a.c.)
traduzione di Salvatore Quasimodo